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Le etichette del terzo tipo per quantificare gli impatti ambientali

  Ecco l'ultimo tipo di etichette da analizzare, quelle del III tipo. Si distinguono perché l’obiettivo non è quello di indicare l’eccellenza ambientale di un prodotto, ma di presentare le informazioni sul suo ciclo di vita, lasciando il confronto al consumatore. Le caratteristiche Un’etichetta del III tipo permette di comparare diversi prodotti sotto il profilo ambientale  grazie alle informazioni contenute nella dichiarazione, che si presenta come un biglietto da visita del prodotto. Spetta ai consumatori individuare il prodotto “migliore” leggendo le etichette dei due prodotti e quindi scegliere quello che si presenta con un minor impatto ambientale . È come se il consumatore scegliesse sulla base di una lista di pro e contro. L’ etichetta del terzo tipo richiede una particolare attenzione da parte del consumatore nel momento in cui confronta due prodotti. Infatti, affinché si possano confrontare gli impatti ambientali generati da due articoli (ad esempio due quaderni pro
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Le etichette del secondo tipo: le affermazioni del produttore

  Ecco le etichette del secondo tipo, molto più diffuse di quanto si possa pensare. Le etichette del secondo tipo sono delle autodichiarazioni del produttore per le quali non c’è una verifica certificata di una terza parte. La norma di riferimento per questo tipo di etichetta è principalmente la UNI EN ISO 14021 e la ISO 7000 per i simboli da utilizzare. accanto alle dichiarazioni.  Anche se si tratta di un’autodichiarazione fatta dal produttore non vuol dire che sia meno attendibile delle altre, a patto che segua i requisiti posti dalla norma e che non ricada nella pratica del greenwashing. Le informazioni fornite dall’etichetta devono essere: veritiere e accurate; non generiche; chiare e non equivoche; affidabili, ad esempio dando prove o possibilità di confermare i dati; aggiornate. Il responsabile delle informazioni dichiarate è il produttore che dovrebbe procedere a fare le verifiche sulle asserzioni, scegliendo metodi affidabili. Tutte le indicazioni sulla procedu

Le etichette ambientali del primo tipo

  Non tutte le etichette ambientali sono uguali, ne esistono di diverse tipologie raggruppabili in tre macro categorie . Di seguito andremo ad approfondire quelle definite del primo tipo. Come nascono le etichette ambientali? Le etichette ambientali si inseriscono nel quadro della Politica Integrata di Prodotto dell’Unione Europea, il cui obiettivo è quello di unire il miglioramento ambientale a quello della qualità dei prodotti. Tra gli strumenti che supportano tale politica le etichette ambientali permettono di fornire ai consumatori le informazioni per scegliere in modo consapevole cosa acquistare. Un aspetto molto importante dell’etichetta del primo tipo è l’analisi del ciclo di vita del prodotto, brevemente detta LCA (dall’inglese Life Cycle Assessment ). L’ LCA consiste in un’analisi degli impatti ambientali che si originano durante la realizzazione di un prodotto o di un servizio, includendo tutte le fasi del suo ciclo di vita. Consideriamo un prodotto, ad esempio una me

La carta d'identità ambientale dei prodotti: l'etichetta

  Quando acquistiamo un prodotto, la prima cosa che facciamo in genere è leggere l’etichetta, che fornisce informazioni su cosa stiamo comprando. Conosciamo bene quelle alimentari, che contengono i dati sui nutrienti, ma forse si ha meno confidenza con quelle ambientali. Saper riconoscere e leggere le etichette ambientali è un modo per capire se e in che misura un prodotto è sostenibile, non lasciandosi ingannare da pratiche di greenwashing.  Che cosa sono? Un’etichetta ambientale non è altro che un’asserzione che ci informa su quali sono gli impatti ambientali di un prodotto o servizio.  Un impatto ambientale è una modifica, in genere parliamo di alterazioni negative, dell’ambiente considerato in tutta la sua interezza. I processi produttivi, come ogni attività umana, impattano sull’ambiente, in modo più o meno intenso. Quando si dice che un “ prodotto impatta sull’ambiente ” ci si riferisce proprio al fatto che tutto il suo ciclo di vita , da quando “nasce” all’interno di una

I rain garden per ridurre le microplastiche nascoste nelle acque piovane urbane

  Qualche giorno fa si è svolta la giornata mondiale degli oceani, che costituiscono un insostituibile ecosistema con un ruolo importante per la vita sulla Terra, ma che sono oggi profondamente degradati. Per il giorno di iridiSCIENZA , lo spazio del blog dedicato ai risultati delle ricerche scientifiche ambientali, rimaniamo in tema di ecosistemi acquatici e parliamo della ricerca pubblicata su ACS EST Water 2021  “ Urban Stormwater Runoff: A Major Pathway for Anthropogenic Particles, Black Rubbery Fragments, and Other Types of Microplastics to Urban Receiving Waters ” . I ricercatori hanno riscontrato che le acque piovane urbane sono un “mezzo di trasporto” non indifferente per le microplastiche, che riescono a raggiungere così le acque dei fiumi e dei mari.   Il team  suggerisce anche una soluzione interessante per mitigare il fenomeno. Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai 5 mm che, nonostante la piccolissima forma, rappresentano una fonte ril

Non è sempre sostenibile ciò che è "GREEN"

L’attenzione verso prodotti e acquisti più sostenibili è molto aumentata negli ultimi anni. I consumatori sono più sensibili ai temi ambientali e sociali e cercano di orientare le proprie scelte in una direzione più sostenibile, ma spesso non è così semplice districarsi tra i tanti prodotti etichettati “green”, “ecocompatibili”, “ecologici”. Le pratiche di greenwashing, oggi così diffuse, possono rendere difficile distinguere cosa è sostenibile, da cosa non lo è.  Conoscere queste dinamiche è il primo passo per individuarle e soprattutto per evitarle.  Oggi, parlando del greenwashing iniziamo su GocciAgocciA un percorso orientato a conoscere le etichette ambientali, che possono essere utili per evitare di essere ingannati da pubblicità fuorvianti.  Fino a qualche anno fa ambiente e sostenibilità non erano argomenti di interesse quotidiano, mentre oggi la consapevolezza su questi temi è aumentata tra la popolazione. Secondo un sondaggio Nielsen del 2015, il 66% dei consumatori era dispo